(Reuters Health) – Tre mesi in più di sopravvivenza, quasi il 40%, nei pazienti con tumore della vescica trattati con Keytruda (pembrolizumab), di MSD, che non rispondevano più alla chemioterapia. È il risultato di uno studio di fase III che sarà presentato nell’ambito dell’incontro dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO). Il trial clinico è stato condotto su 542 pazienti. Quelli trattati con il farmaco di Merck avrebbero avuto una sopravvivenza media di 10,3 mesi, mentre quelli trattati con chemioterapia si sarebbero attestati a 7,4. Il follow-up medio è stato di 18,5 mesi e dopo 18 mesi, il 35% dei pazienti in terapia con Keytruda era ancora in vita, contro il 20,5% di quelli in chemioterapia, mentre non ci sarebbe stato alcun effetto sulla sopravvivenza libera da malattia. Gli effetti collaterali, infine, hanno riguardato il 16,5% del gruppo trattato con il farmaco in studio, contro quasi la metà di quelli trattati con la chemioterapia. Ora la società americana sta arruolando pazienti per un altro studio di fase III allargato su Keytruda insieme a chemioterapia, come trattamento di prima linea contro il tumore della vescica. Il farmaco di Merck è in attesa dell’ok della FDA per questa indicazione terapeutica. A febbraio, l’azienda ha richiesto l’approvazione di Keytruda nel trattamento di cancro uroteliale avanzato, il tipo più comune di cancro della vescica, sia in prima che in seconda linea. L’antitumorale è già approvato per melanoma, tumore del polmone di testa e piedi e linfoma di Hodgkin.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)